Stretta sugli autovelox: nuove regole per i Comuni italiani

Autore:
Antonia Cataldo
  • Laureata in Scienze della Comunicazione
  • Copywriter
Tempo di lettura: 5 minuti

Dal prossimo ottobre, parte una stretta sui controlli elettronici della velocità: nuovi obblighi per i Comuni, più garanzie per gli automobilisti e possibili valanghe di ricorsi.

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A partire da ottobre 2025, gli autovelox presenti su strade e autostrade italiane dovranno rispettare requisiti molto più stringenti. Una svolta che mira a rendere più equo il rapporto tra controlli automatici e sanzioni.

Solo i dispositivi ufficialmente omologati dal Ministero delle Infrastrutture potranno continuare a rilevare le infrazioni. Non sarà più sufficiente che siano “approvati”: dovranno superare verifiche tecniche precise e figurare in un registro pubblico.

Molti apparecchi oggi in funzione, però, non soddisfano questi criteri. Ecco perché si prevede un’ondata di ricorsi e l’annullamento di migliaia di multe non conformi.

Omologazione e approvazione: la svolta giuridica

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Negli ultimi anni, la giurisprudenza ha posto l’accento sulla distinzione tra dispositivi “approvati” e quelli “omologati”. La differenza non è solo formale: riguarda la validità stessa delle sanzioni emesse.

Con la nuova normativa, approvata tramite il Decreto Infrastrutture (Legge n. 105/2025), lo Stato ha deciso di uniformare i criteri e porre fine all’ambiguità. La Corte di Cassazione, già nel 2024, aveva chiarito che senza omologazione le multe non sono valide: “Approvazione e omologazione non sono sinonimi”, si legge nell’ordinanza n. 10505/2024.

Da qui l’obbligo, per ogni dispositivo, di rispettare un iter preciso di verifica e certificazione, pena la nullità delle sanzioni.

Enti locali sotto esame: cosa devono fare i Comuni

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Ora la palla passa ai Comuni, che dovranno dimostrare la piena regolarità di ogni autovelox installato. Entro ottobre, ogni amministrazione locale dovrà inviare al Ministero un elenco dettagliato degli apparecchi in uso: marca, modello, ubicazione e stato tecnico.

Ma non basta. Dovranno anche indicare se il dispositivo è omologato secondo gli standard attuali.

Il decreto attuativo, atteso entro fine agosto, fisserà le modalità operative. Da quel momento scatteranno 60 giorni di tempo per mettersi in regola. Chi non rispetterà i termini non potrà più utilizzare gli autovelox. E le multe emesse con strumenti non conformi rischieranno di essere annullate.

Meno ambiguità, più diritti per chi guida

Per gli automobilisti si apre una fase nuova, all’insegna della trasparenza e della possibilità concreta di verificare la regolarità dei dispositivi.

Dal prossimo ottobre sarà infatti consultabile un elenco ufficiale online con tutti gli autovelox autorizzati. Uno strumento utile anche in caso di ricorso: se l’apparecchio che ha rilevato l’infrazione non risulta in elenco, la multa potrebbe decadere.

Questo sistema porterà maggiore chiarezza ma, al tempo stesso, potrebbe generare un aumento del contenzioso. Molti dispositivi oggi in funzione potrebbero non essere conformi, aprendo la strada a migliaia di contestazioni.

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Il legislatore punta a regole più certe. Ma la fase di transizione rischia di essere turbolenta, per gli enti locali e per gli stessi conducenti.

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