3 incredibili luoghi di Milano che non tutti conoscono. Ecco quali sono e perché dovrebbero stupirvi

Autore:
Sara Perazzo
  • Dott. Storia Medioevale

C’è una Milano segreta che non tutti conoscono, luoghi incredibili situati fuori dei soliti circuiti del turismo di massa che celano storie, aneddoti e curiosità. Ecco di cosa si tratta.

3 incredibili luoghi di Milano

Luoghi più straordinari di Milano ancora poco conosciuti

Per quanto Milano possa essere conosciuta, ancora oggi custodisce incredibili luoghi, davvero unici, che non tutti conoscono. Scopriamoli.

Il giardino zen di Piazza Piola: non tutti sanno che nel centro di Milano c’è un angolo di Giappone. Siamo in piazza Piola, nel quartiere Città Studi dove 21 ciliegi si alternano a sedute pubbliche e sculture lungo un percorso pedonale che porta con sé tutta la suggestione dell’hanami giapponese. Le undici panchine sono circondate dai ciliegi e posizionate lungo il giardino zen che ricrea la forma di una goccia. All’interno sono presenti le opere dell’artista Kengiro Azuma, scomparso nel 2016, donate alla città dallo Spazio Teatro No’hma. L’opera è composta da cinque gradoni cilindrici di diverse altezze e accoglie Colloquio, la scultura che rappresenta due rospi in bronzo sorpresi in una conversazione. L’altra scultura, MU – 765 Goccia, è un omaggio al Teatro No’hma.

Il quartiere arcobaleno: presso il quartiere Risorgimento c’è una zona davvero particolare, chiamata “il quartiere arcobaleno”. Passeggiare lungo le sue vie dà la sensazione di trovarsi in un quartiere londinese perché le villette colorate rispecchiano lo stile british, con un piccolo spazio tra la porta e il cancello in ferro.

Il villaggio dei giornalisti: si tratta di un complesso residenziale della zona nord-orientale di Milano, caratterizzato da casette davvero insolite e suggestive, le cosiddette “case degli gnomi“, a forma di igloo. La storia è singolare. Nel 1911 Mario Cerati, caporedattore de Il Secolo, pubblicò un editoriale in cui accusò le amministrazioni di non porre attenzione alla questione degli alloggi residenziali a favore della nuova borghesia, mettendo in evidenza la necessità di creare una zona più consona ai ceti medio-alti e ai professionisti di settore. Tra questi vi erano i pubblicisti milanesi, che furono i primi proprietari e residenti delle villette fra via Arbe e piazzale Farina. In seguito anche il Corriere della Sera acquistò un edificio nel supercondominio, chiamato Villaggio Maggiolina. Questo fu il motivo per cui il quartiere, scelto come residenza dai giornalisti dell’epoca, fu ufficialmente definito il “villaggio dei giornalisti”.