Dopo l’introduzione dell’euro la Croazia dice addio alle vacanze low cost. Ecco perchè
Il 1 gennaio 2023 la Croazia ha adottato ufficialmente l’Euro, ultimo Paese dell’Unione europea a entrare nell’Eurozona. E le vacanze low cost sembrano già lontane. Vediamo perché.

La Croazia sarà ancora meta per vacanze economiche?
Basta fare un confronto tra prima e dopo il 1 gennaio 2023 per accorgersi di come i prezzi siano già aumentati in quella che fino a ieri consideravamo una meta per vacanze low cost. L’introduzione dell’Euro conferma ancora una volta come nel passaggio a questa moneta siano estremamente facili gli arrotondamenti, arrivando anche a raddoppiare i prezzi dei beni di consumo rispetto al reale tasso di conversione. Questo a discapito dei consumatori e ovviamente anche di turisti e visitatori. Se ne stanno accorgendo gli stessi croati, alle prese con un salasso, determinato anche dall’aumento dell’inflazione nel Paese. Per tali ragioni, il premier croato Plenkovic ha convocato i ministri, i vertici della dogana e della finanza per mettere in campo politiche che tutelino maggiormente i consumatori da aumenti ingiustificati dei prezzi.
Cosa cambierà per i turisti che sceglieranno la Croazia come destinazione per le vacanze estive? Sono molti gli italiani che iniziano a porsi questa domanda. La risposta sembra andare verso una sola direzione: la Croazia non sarà più così economica ma un soggiorno qui costerà quanto nelle località di villeggiatura italiane. Per fare qualche esempio, in questi giorni di transizione a Fiume o a Zagabria il prezzo medio di un caffè è salito da 13 kune (1,73 euro) a 2 euro (corrispondenti a 15 kune), registrando un aumento del 16%. Per un caffè a Osijek, città d’arte ricca di monumenti ed edifici storici, si è passati da 8 kune (1,06 euro) a 1,20 euro (9 kune), segnando un aumento del 13%. Dunque hotel e ristoranti costeranno di più rispetto a come eravamo abituati: basta pensare che nei servizi di ristorazione si sta registrando un aumento dei prezzi del +45% dovuto ai prezzi lievitati di pane, carne, uova e acqua che hanno subito rincari compresi tra 15% e 35% rispetto al 2022.