Capo Nord itinerario

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Capo Nord itinerario (seconda parte) consigli di viaggio e informazioni

8° giorno

Ci siamo concessi una puntata al Circolo Polare Artico, Napapijiri in Finlandese, casa unanimemente riconosciuta di Santa Claus (o Babbo Natale).

Ci soffermiamo a lungo nei tanti negozi di manufatti Lapponi e al Post-Office dove arrivano le lettere da tutto il mondo a Babbo Natale.

Qui si può pure lasciare un pacco, e l’ufficio provvederà a farlo recapitare in tempo per Natale.

9° giorno

Svezia un altro mito che cade.

Tutti abbiamo della Svezia un’idea di “pulizia”, ordine, simpatia.

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Ebbene, la nostra impressione e’ assolutamente contraria.

Stoccolma è una città sporca, certo non ai nostri livelli, però ci si avvicina, la gente non ha un aspetto bellissimo, ci guardano sfacciatamente e ci dicono pure qualcosa.

Inoltre moltissimi sono gli ubriachi, con numerose bottiglie di birra vuote a testimoniarlo.

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Abbiamo avuto seri problemi a trovare da dormire, causa un congresso internazionale, e oltretutto è una sistemazione oltre che cara assai poco gradevole.

La visita alla città parte dalla Gamla Stan, la città vecchia.

Poi il castello, e il museo nazionale, in metro.

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Con il ferry, invece (Stoccolma assomiglia un po’ a Venezia), andiamo su un’ altra isola per vedere il “Vasa Museet”, dove è conservato il “Vasa“, vascello del 1628, recuperato in ottime condizioni nel 1961, grazie alla bassissima salinità del mare della baia di Stoccolma. Meno male che anche qui la carta turistica, il Turistkorte, ci fa risparmiare un bel pò.

10° giorno

Siamo felici di essere tornati in Norvegia, la Svezia ci ha proprio deluso.

Passata Oslo, ora prendiamo la strada verso sud, costeggiando il mare, ed entriamo nel “Telemark“, la regione sud della Norvegia, famosa anche per il sistema originalissimo di sciata (pare il primo modo di sciare inventato dall’uomo!).

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E’ molto verde, ci sono dei laghetti e piccoli fiordi.

11° giorno

Per arrivare fin qui, decidiamo di “tagliare” (grazie ai traghetti) i fiordi, e ci rendiamo conto che tutto e’ organizzato al secondo.

Cioè, scesi dal traghetto, tenuta la media consentita dei 90 km/h, fatti 30 km trovi il traghetto successivo pronto all’ imbarco.

Così di seguito per 5/6 successivi imbarchi.

Finalmente siamo a Bergen.

Già l’arrivo in questa deliziosa cittadina è stupefacente, dato che dall’alto di un fiordo si domina tutta la baia.

La parte più bella è sicuramente il porto, che offre il mercato del pesce (freschissimo) e le vecchie “rorbu” utilizzate dai pescatori.

Visitiamo, praticamente gratis, grazie alla Bergen card, (in ordine sparso): la Bergenhus Festning, fortezza costruita nel XI-XII secolo a difesa del porto, al cui interno c’e’ l’Håkonshallen, che serviva da salone delle feste; Mariakirken, una maestosa chiesa; il Bryggens Museet, uno dei più belli d’ Europa, con un’ ampia documentazione della storia di Bergen; la Domkirken (cattedrale); il Bergen Billedgalleri, che ospita moltissime pitture norvegesi (Munch e Dahl) ed il Rasmus Meyers Samlinger, una casa privata adibita a museo .

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La funicolare, Fløybanen, ci porta al belvedere di Fløyfjell, da cui si domina tutto.

Adiacente a questo belvedere c’e’ un parco giochi con uno dei simboli norvegesi, il “Troll“, che potremmo paragonare ad uno gnomo, ma molto più brutto.

Vale la pena, però, tenerselo caro, perché pare porti fortuna.

Bergen, infine, gode di un clima relativamente mite, considerata la latitudine, ma ha un unico difetto: ogni giorno, siano due gocce od un copioso temporale, piove (o nevica, in inverno).

12° giorno

Per ragioni di tempo non riusciamo ad arrivare ad Ålesund, e quindi ci limiteremo a proseguire un altro po’ prima di riprendere la via di Oslo.

Costeggiato l’Hardagenfjord, arriviamo al Sognefjord, che avevamo pensato di traghettare, ma, essendo il primo di settembre, le corse sono drasticamente ridotte.

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Decidiamo cosi’ di aggirarlo e la strada si rivela proprio perfida, pericolosa e stretta. Inoltre, la nostra meta, la “Stavkirke” (chiesa in legno) più grande di tutta la Norvegia, è chiusa.

Ripartiti mogi mogi la strada comincia a salire, ed i pali, alti anche 4 metri, testimoniano che qui, d’inverno, nevica tanto.

Stiamo arrivando allo Jotunheimen, il ghiacciaio più grande d’Europa, se si tralascia l’Islanda.

Prendendo una deviazione, 15 km e 21 tornanti, arriviamo a lambirne un pezzo, dove la gente scia tranquillamente.

Ed infine, a Lom, visitiamo anche una “Stavkirke“, finalmente aperta.

13° giorno

Siamo ad Oslo e l’albergo, vicino alla stazione è carino, la zona un pò meno.

Ci siamo armati della Oslo Kortet, il passe-partout per i mezzi pubblici ed i musei, e partiamo alla scoperta di questa capitale, che pur avendo solo 800.000 abitanti è una delle più estese: ben 20 km per 8.

Sempre in ordine sparso, visitiamo il Folkmuseet, un grande parco che raccoglie un antico villaggio con una copia di una Stavkirke, il Vikingskipene, con tre velieri vichinghi ottimamente conservati, il Frammuseet, con la nave Fram originale, con la quale Nansen arrivò ai polo nord e Amundsen al polo sud, il Sonja Henies og Niels Onstands Kunstsenter, dedicato (e costruito) dalla celebre pattinatrice e dal marito, appassionato d’arte, ora importante mostra d’arte moderna- contemporanea.

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Gli ultimi due ricordi sono dedicati al Munchmuseet, museo interamente dedicato a Edward Munch, di cui ricordiamo “L’ urlo” ed al Frogner parken, famosissimo per ospitare le sculture di Gustav Vigeland, prima fra tutte il “monolito”.

Se non hai letto la prima parte del viaggio vai a: Capo Nord Viaggio!

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