5 giorni in Norvegia alla scoperta dell’aurora boreale: cosa sapere ed itinerario
L’aurora boreale è uno dei “fenomeni ottici atmosferici” più belli e più attesi dell’anno. Ecco dove ammirarla in Norvegia, quando andare e quali sono i consigli, i suggerimenti e le dritte da seguire.
Viaggio in Norvegia per ammirare l’aurora boreale: quando andare ed informazioni generali
Nel 2019 abbiamo deciso di organizzare un viaggio in Norvegia per “andare a caccia” di uno degli eventi più attesi al mondo, l’aurora boreale, e ci siamo affidati ad un tour operator specializzato anche se tutto poteva essere organizzato in modo autonomo.
C’è stato proposto un itinerario di 5 giorni ovvero dal 25 al 30 gennaio 2019 e, onestamente, questi viaggi non sono affatto economici; tutto compreso abbiamo speso oltre 2.000 euro a persona.
L’aurora boreale in Norvegia può essere ammirata da fine settembre a fine marzo e, gennaio, è uno dei periodi di punta.
Viaggio in Norvegia alla scoperta dell’aurora boreale: cosa mettere in valigia
Inutile negarlo che in questo periodo, in Norvegia, fa un freddo cane, d’altronde siamo alla stessa latitudine del nord dell’Alaska. E’ vero che è un freddo secco e quindi sopportabile, però se lasciate scoperta qualche parte del corpo sentirete un vero dolore fisico. Niente comunque di “estremo”, un po’ come le nostre montagne d’inverno.
A dir la verità, non servono abiti e scarpe impermeabili, la neve e il ghiaccio sono secchi quindi i moon boot e gli scarponi da ghiaccio sono superflui; io ho portato scarponcini con il pelo dentro e non ho mai avuto freddo.
Ho indossato calzettoni grossi, maglia e calzamaglia termica, micropile, pile più pesante (meglio se un po’ antivento); pantaloni un po’ imbottiti anche loro antivento, piumino bello spesso (700gr) sciarpa, meglio quei collari di pile; indispensabile il cappello che protegga anche le orecchie da aggiungere al cappuccio del piumino: da indossare tutto insieme.
Il paese è piuttosto informale, non serve proprio essere i soliti “fighetti italiani”.
Giusto per dare qualche informazione in più, il sole in questo periodo sorge verso le 10 e tramonta alle 14, però la fase di luce, cioè il tempo in cui ci si vede, è abbastanza lungo: dal mattino verso le 8 fino alle 15, poi la notte non è nerissima perché la neve riflette il chiarore delle stelle luminosissime.
Aurora boreale in Norvegia: racconto di viaggio
Il nostro itinerario di viaggio è stato il seguente: Milano Malpensa, Oslo, Alta, Honningsvaag, Capo Nord, navigazione con il postale Hurtigruten, Kirkenes, Oslo, Milano Malpensa, ritorno.
25 gennaio: Milano – Oslo – Alta
Partenza da Malpensa (nel nostro pacchetto volo era compreso il parcheggio proprio davanti al terminal 1, molto comodo) ore 12.55 arrivo ad Oslo dove bisogna ritirare i bagagli e rifare il check-in, poi alle 17.35 volo per Alta e arrivo alle 19.30.
A quell’ora non ci sono autobus e abbiamo preso un taxi non ricordo esattamente quanto abbiamo speso ma mi sembrava intorno ai 80-100 NOK. Abbiamo dormito all’Hotel Sorrisniva Igloo Hotel che era veramente di un lusso sfrenato.
Se ci sarà una prossima volta sicuramente sceglieremo sistemazioni più spartane.
Cena in albergo 600 NOK con salmone così fresco da leccarsi i baffi.
26 gennaio: Alta – Igloo Hotel – motoslitta
L’escursione è stata prenotata dalla nostra agenzia tramite l’agenzia norvegese Via Alta Tours (tel. +47 78 44 95 55), da contattare direttamente per chi si vuole personalizzare il viaggio; qui tutti sono estremamente gentili.
Ci sono venuti a prendere siamo andati a una ventina di chilometri all’interno dove c’è un altro Igloo Hotel; insomma dove parte l’escursione con le motoslitte.
Ci hanno dato una tuta termica “potenziata”, scarponi, casco e sottocasco.
Chi guida la motoslitta ha le manopole riscaldate, il parabrezza, il motore davanti che scalda e l’altro sta dietro e si gela il posteriore; consiglio di fare a turno per guidare.
Abbiamo seguito la guida, in questo caso eravamo solo noi, ma di solito si formano piccoli convogli, in un percorso di circa 11 km fino al “plateau” cioè la spianata battuta dal vento con panorama davvero artico.
Guidare la motoslitta anche per chi completamente digiuno, è abbastanza facile, tenendo conto che c’è un cingolo al posto della ruota posteriore.
Al ritorno all’Igloo Hotel, nella parte calda, è inclusa una buonissima zuppa di salmone.
Costo dell’escursione dall’agenzia italiana 153 euro a testa per una sola motoslitta. Vale sicuramente la pena. Poi noi avevamo prenotato la notte all’Igloo Hotel. La cosa più costosa di tutto il viaggio: 286 euro a testa.
27 gennaio: Alta – Honningsvaag
Colazione all’Igloo Hotel poi trasferimento alle 10.00 ad Alta città dove, sinceramente, non c’è molto da fare in quanto il centro del paese è abbastanza smorto.
Aspettiamo la partenza dell’autobus di linea FFR (ore 14.30), a saperlo sarebbe stato meglio restare all’Igloo Hotel fino alle 14 che è immerso nella natura; in ogni caso la stazione dei bus è vicinissima al centro e ci andiamo a piedi. Autobus comodo.
Durata trasferimento 4 ore. Alle 17 vediamo dall’autobus un’alta aurora boreale; davvero bellissima e spettacolare (ovviamente impossibile fermarsi a fotografare).
Arriviamo alle 18.30 e ci lasciano davanti all’Hotel Scandic Bryggen.
L’albergo è molto bello, ricorda un vecchio nobile stile nordico ed è proprio in riva al mare.
Honningsvaag è un paese è di pescatori, tranquillo e pulito; abbiamo trovato aperto un locale “Corner”, si mangia discretamente – 460 NOK in due.
28 gennaio: Honningsvaag – Capo Nord – Nave Hurtiguten
Da Honningsvaag partono vari autobus per Capo Nord, per noi però l’escursione faceva parte del pacchetto “nave”, il tour operator è proprio Hurtigruten ASA Narvik, quindi veniamo incorporati dai passeggeri della nave in uscita straordinaria.
Partenza autobus ore 11.45 come quelli di linea.
La guida è una donna Sami che racconta la storia di Capo Nord e del popolo Sami per la durata del viaggio, ci ha pure cantato una canzone, un po’ surreale.
Arrivo ore 13 circa, c’è un vento fortissimo e un freddo cane quindi abbiamo preferito stare fuori piuttosto che visitare la parte commerciale. Si riparte alle 14.00 e ci imbarchiamo sulla nave.
29 gennaio: Kirkenes – King Crabs – Sleddog – Festival Barents
Si sbarca alle 10.00 e ci viene a prendere Anton, una gentilissima guida che ci porta sul Jarfjord, 25 km circa dalla città in un attracco con un bell’edificio in legno sul fiordo passando vicino al confine russo.
Il confine è un’ingombrante presenza culturale di questa zona, tanto da dedicargli il Festival dei Barents Days, una festa interculturale tra Russia, Norvegia e Finlandia con spettacoli, incontri, concerti ecc…
Ma torniamo ai granchi: veniamo forniti di un’equipaggiamento adatto al freddo e al galleggiamento e saliamo sullo Zodiac guidato da Lars e Anton che ha già addosso la muta.
Ci avviciniamo al bordo ghiacciato del fiordo e Anton si tuffa.
Un po’ inquietante, comunque riemerge dopo una ventina di minuti con quattro mostri.
Nel frattempo abbiamo conversato con Lars venendo a sapere che sono ormai sei anni che l’inverno si fa sempre più mite (per i loro standard, chiaro…) e che il ghiaccio è sempre più sottile.
Le estati sono invece più fredde e piovose, insomma sono un po’ preoccupati per i mutamenti climatici.
Rientriamo alla base e intanto che ci vediamo un interessante filmato sul granchio reale ci cucinano i nostri quattro mostri.
Sono buonissimi, praticamente come le aragoste e più freschi di così.
Ormai fa buio, sono le 15.00 e ci accompagnano allo Snowhotel Kirkenes & Gamme Northern Lights Cabins dove abbiamo prenotato un’escursione con i cani da slitta.
Come giusto che sia, ci fanno visitare prima l’hotel che è più “figo” di quello di Alta.
L’esperienza della slitta è davvero incredibile e non può essere raccontata.
30 gennaio: Kirkenes – Oslo – Milano
Volendo si sarebbe potuto restare una serata ad Oslo e partire il giorno dopo, ma per noi andava bene così.
Tirando le somme, durante questi 5 straordinari giorni un Norvegia abbiamo avuto la fortuna di ammirarne 3, due verso le 17 e una sulla nave verso le 21, durano circa un’ora e non sono così luminose come si vedono nelle foto.
Sono delle specie di diafani ectoplasmi che si muovono fluttuando seguendo “meccaniche celesti”; in poche parole sembra un passaggio di spiriti da un mondo all’altro.