Le 5 migliori colombe artigianali per la Pasqua secondo Gambero Rosso

Autore:
Sara Perazzo
  • Dott. Storia Medioevale

Il Gambero Rosso ha organizzato una degustazione alla cieca per valutare le migliori colombe classiche artigianali, realizzate dalle pasticcerie e panifici d’Italia. Ecco come è andata e chi sono i “vincitori”. 

migliori colombe artigianali di pasqua
Ph credit Paola Sucato Wikimedia Commons

Gambero Rosso, celebre casa editrice e operatore multimediale del settore del Wine Travel Food italiano, ci tiene a fare subito una precisazione: quella che segue non è una vera classifica, bensì una selezione dei lievitati che, durante la degustazione alla cieca, hanno convinto di più, ottenendo un punteggio superiore al 60 su 100.

Ecco perché il Gambero Rosso ha voluto pubblicare questa “speciale selezione” con i nomi dei lievitati che hanno ottenuto un punteggio superiore a 85 in ordine alfabetico. E informano: attribuire i punteggi è stata dura per l’alta qualità dei lievitati esaminati, tanto che su 22 campioni degustati, 18 hanno superato la prova. Vediamo adesso come è andata.

5 migliori colombe artigianali per la Pasqua secondo Gambero Rosso

colomba pasquale
Ph credit Nicola Wikimedia Commons

Renato Bosco – Saporè Pizza Bakery (San Martino Buon Albergo – VR): propone una colomba classica con una glassa coprente e colorita, canditi abbondanti e ben distribuiti, occhiature grandi e omogenee. Una colomba ricca che sa di dolce e della vaniglia Bourbon biologica del Madagascar. Cottura da manuale, insomma un prodotto eccellente e si vi trovate in gita a Verona fate un salto a San Martino Buon Albergo per verificare di persona.

Follador (Prata di Pordenone – PN): il panificio propone una colomba con una bella glassa e che risulta molto soffice, filante e dolce. I canditi sono di ottima qualità, profumati e freschi. Gambero Rosso la definisce “un lievitato realizzato da un maestro, nel complesso elegante”. Non vi resta che assaggiarla se siete in visita a Pordenone e dintorni.

Forno Gentile (Gragnano – NA): convince anche questa colomba che si presenta ricca e gonfia, bella fuori e dentro. Perfetta per chi non stravede per i candidi perché ne contiene in minore quantità. L’interno è filante, soffice, umido, profumato e dalla struttura eccellente. Per gli esperti del Gambero Rosso si avvicina alla perfezione.

Olivieri 1882 (Arzignano – VI): la storica pasticceria si presenta con una colomba molto gonfia e per questo piacevole alla vista, con una glassa classica. In bocca si sente il buon burro bretone, una mollica filante, soffice, poco dolce ma che viene compensato dalla ricca glassa. Canditi ottimi, un prodotto da manuale.

Antico Forno Roscioli (Via dei Chiavari – Roma): propone una colomba ricca, ben sviluppata, bella. La glassa viene definita “esuberante”, con mandorle intere e a scaglie e zuccherini. Non troppi i canditi ma ben distribuiti. Il profumo è fresco e agrumato, tra gli ingredienti compare anche miele Thun. Un prodotto ben studiato, realizzato con ottime materie prime. Insomma, da non perdere se vi trovate in vacanza a Roma.

Storia della colomba pasquale

L’origine della colomba come dolce tradizionale riporta ad antiche leggende, anche se in realtà, la sua storia è molto recente e legata a motivi commerciali. Una prima leggenda risale al tempo di Federico Barbarossa e della Lega dei Comuni lombardi. Un condottiero del Carroccio, durante una battaglia, notò che due colombe si posarono sulle insegne lombarde. Da quella visione fu ispirato per infondere ai suoi combattenti il nobile spirito di quegli uccelli, facendo realizzare dai cuochi del campo dei pani a forma di colomba.

In realtà, la colomba come dolce tradizionale, nacque semplicemente da esigenze industriali. All’inizio del Novecento, l’azienda milanese Motta decise di realizzare un prodotto simile al panettone, utilizzando un impasto simile, ma aggiungendovi una copertura di amaretto e una forma più consona alla Pasqua. Perché? Per sfruttare e rendere redditizi gli stessi macchinari impiegati per la realizzazione dei panettoni.