A un mese dall’apertura, scatta già l’allarme overtourism: il nuovo museo deve correre ai ripari
Al Grande Museo di Giza scatta già l’allarme overtourism: il nuovissimo museo egizio, aperto da meno di un mese, fa già i conti con un’affluenza incontrollata e senza limiti. Ecco cosa sta succedendo, e come si vuole cercare di ridurre gli effetti dell’iperturismo nel nuovo museo.
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La notizia, meno di un mese fa, del Grande Museo Egizio di Giza ha fatto il giro del mondo. Si tratta di un’apertura che si attendeva da anni, e che finalmente ha visto la luce dopo un periodo lunghissimo fatto di ritardi, posticipi e rimandi. Il Museo si configura come il più grande al mondo dedicato alla civiltà egizia, e ospita tutte le collezioni precedentemente visitabili al Museo del Cairo. Appena aperte le sue porte però, il Grande Museo di Giza deve già fare i conti con un enorme problema, che affligge l’Egitto e molti altri Paesi nel mondo: l’overtourism.
Dal 4 novembre, infatti, dopo un’attesa durata 20 anni e una spesa pari ad 1 miliardo di dollari, il Museo è finalmente attivo, ed è stato letteralmente travolto dai turisti, che sono accorsi da ogni dove per visitarlo. Già dai primissimi giorni, il personale del museo ha dovuto rifiutare l’ingresso a numerosi visitatori, poichè era già stato superato il limite giornaliero di ingressi, fissato a 20.000 biglietti. Ecco cosa si sta facendo per cercare di arginare il fenomeno.
Grande Museo di Giza

Ogni giorno il Grande Museo Egizio di Giza può accogliere fino a 20.000 visitatori, di cui il 60% egiziani e solo il 40% stranieri. Inoltre, le differenze tra residenti e turisti non finiscono qui, poichè anche a livello di costi, la disuguaglianza è netta:
- per i residenti egiziani il biglietto d’ingresso costa 4,20 dollari;
- per i turisti internazionali il biglietto d’ingresso ha un costo di 30,40 dollari.
Attualmente, per accedere al museo si può optare per un acquisto prioritario dei biglietti online oppure per fare la fila in cassa. Nonostante le forti discriminazioni verso i turisti e le difficili modalità di accesso però, il Museo è stato oggetto di una vera e propria inondazione di visitatori, giunti da ogni parte del mondo per visitare l’esposizione più vasta del mondo dedicata alla civiltà egizia. Un risultato che se da un lato rincuora circa il successo dell’investimento di circa 1 miliardo di dollari per la realizzazione del nuovo spazio museale, dall’altro pone l’amministrazione davanti ad un problema di overtourism.
Il problema dell’overtourism

L’Egitto in generale, infatti, già da diversi anni si trova a dover fronteggiare gli effetti negativi dell’overtourism, che porta nel Paese flussi giganteschi di turisti in ogni stagione dell’anno e senza limiti. A questa affluenza già incontrollata, si aggiunge ora anche quella che giunge qui unicamente per visitare quello che si è già guadagnato il privilegio di rientrare tra i musei più importanti del mondo. La situazione pare critica, e per ora non sembrano esserci prese di posizione da parte dell’amministrazione, tranne l’introduzione della prenotazione obbligatoria del biglietto, che entra in vigore a partire dal 1 dicembre e che impedirà l’accesso a chi non ha acquistato il proprio biglietto precedentemente.
I turisti che vengono in Egitto, che sia per la classica crociera sul Nilo o per visitare la città del Cairo, o fare una pausa rilassante sul Mar Rosso, includono nelle tappe del proprio itinerario una giornata al Museo di Giza, precedentemente Museo del Cairo, e pare quanto mai fondamentale trovare una soluzione per gestire questi flussi e massimizzare l’efficienza alla biglietteria. Quale sarà la soluzione per mitigare il fenomeno e garantire a tutti la migliore esperienza possibile?