Turismo di massa: le grandi città non lo sopportano più
Quello verso il turismo di massa è diventato un vero e proprio odio, almeno da parte delle grandi città! L’overtourism genera sì maggiori entrate, ma a quale prezzo? I disagi sia in termini ambientali che sociali e, di conseguenza, economici, non sono affatto indifferenti, e le grandi città iniziano a dire basta.
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In Europa è iniziato un movimento contro il turismo di massa che sta portando diverse città a prendere provvedimenti in merito. A chiederlo sono principalmente i residenti, i quali protestano contro l’overtourism e tutti i suoi effetti negativi. Infatti, dal punto di vista sociale, una città affollata non piace a nessuno, poichè si creano intasamenti, code e lunghe attese ovunque.
Parlando in termini ambientali invece, il turismo è uno dei comparti che maggiormente genera emissioni di CO2. Infine, il turismo di massa ha effetti negativi anche sull’economia, e in particolar modo sul mercato degli affitti: tutti vogliono affittare ai turisti e non ci sono più case per i residenti. Quelle che ci sono poi, hanno raggiunto prezzi davvero esorbitanti. Le grandi città non ci stanno più, e iniziano a dire basta!
Un problema ambientale

Quando si parla di turismo, spesso lo si fa in termini positivi, perchè si tratta di un comparto particolarmente importante per l’economia sia italiana, che europea e mondiale. Nello specifico, rappresenta il 3% del PIL mondiale, il 10% di quello europeo e il 10,5% di quello italiano (dati UNWTO). Inoltre fornisce posti di lavoro, ricchezza e sviluppo. Come tutte le cose però, c’è anche il rovescio della medaglia, e a farne le spese è soprattutto l’ambiente. In particolar modo, il turismo di massa genera:
- inquinamento dell’aria;
- emissioni di CO2;
- produzione di rifiuti;
- gestione insostenibile dei territori;
- impatti negativi sulle comunità residenti.
Quando il turismo aumenta troppo, diventa tossico. L’UNEP (Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente) mette in guardia: servono modifiche sostanziali per rendere il settore più sostenibile entro il 2050. Altrimenti, il turismo potrebbe causare un aumento spropositato di emissioni di gas serra, oltre che il consumo di energia e acqua.
La lotta al turismo di massa

Gli aspetti ambientali che abbiamo appena visto non sono certo da sottovalutare, soprattutto nel lungo termine. Guardando nel brevissimo termine invece, e considerando i dati dell’Organizzazione Mondiale del Turismo secondo cui quest’anno il turismo internazionale tornerà ai livelli pre-pandemia, gli effetti negativi sulla comunità e sull’economia dal lato dei cittadini sono altrettanto preoccupanti. Infatti, se dal lato sociale tanti turisti generano un rallentamento generale nei servizi e un intasamento dei mezzi pubblici, dal lato economico non fanno meno danni.
La causa di questo è che in tantissimi hanno deciso di lanciarsi nel mercato degli affitti brevi, nonostante l’aumento della cedolare secca al 26% e l’introduzione di nuovi controlli. Il risultato è un mercato delle locazioni sempre più problematico, dove non ci sono case per i residenti e quelle che ci sono costano un occhio della testa. L’Italia non è l’unica a soffrire di questo fenomeno: Parigi è soffocata dagli affitti brevi, Barcellona ha deciso di eliminarli entro il 2028 e molte altre città si stanno muovendo verso questa direzione.
Cosa si può fare per limitare il turismo di massa? Venezia ha tentato la strada del ticket d’ingresso e Amsterdam ha vietato la costruzione di nuovi hotel, ma saranno sufficienti queste misure a contrastare l’overtourism?