Affitti brevi: addio keybox, nuove regole in arrivo
Arriva una nuova regola per gli affitti brevi in Italia, da parte del Ministero dell’Interno. D’ora in poi non sarà più possibile effettuare il check-in da remoto, ma questo si potrà fare solamente di persona. Questo significa dire addio una volta per tutte alle fastidiose box-cassaforte con le chiavi che affollano i portoni e le vie del centro.
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La lotta agli affitti brevi in Italia si fa sempre più aspra, e se da un lato le novità riguardanti la normativa che regola questo tipo di attività ricettiva vuole scoraggiare gli abusivi, chi non rispetta le regole e chi vuole fare il furbetto, dall’altro tutela chi invece svolge questo lavoro in modo serio e onesto, nel pieno rispetto delle norme. Un terzo risultato riguarda anche i cittadini, che grazie alle ultime novità, più stringenti, possono riguadagnare pian piano il respiro dalla morsa degli affitti brevi.
In questo clima di rinnovamento e nuove direttive, arriva l’ennesima novità da parte del Ministero dell’Interno, che tramite una circolare ha stabilito che anche gli affitti brevi devono eseguire obbligatoriamente il check-in di persona, proprio come fanno gli hotel. Trattandosi di attività ricettiva infatti, non vi è alcun motivo per cui anche gli appartamenti di Booking ed Airbnb non debbano seguire questa regola.
Nuova regola per gli affitti brevi

La vita non è facile, ultimamente, per gli affitti brevi. Almeno per quelli che non vogliono seguire le regole, perchè queste si stanno facendo sempre più stringenti. Risale a pochi mesi fa l’introduzione del CIN (Codice Identificativo Nazionale), e non ci si è ancora abituati a questa nuova regola, che subito ne arriva un’altra. La novità del Ministero dell’Interno arriva tramite una circolare, e sebbene possa sembrare una modifica banale, cambia in realtà molte carte in tavola perchè obbliga chi gestisce un’attività ricettiva tramite un affitto breve, a svolgerla di persona.
Infatti, introducendo l’obbligo di effettuare i check-in di persona, il Ministero vuole da un lato aumentare la sicurezza e dall’altro responsabilizzare maggiormente lo staff delle strutture ricettive di questo tipo. Come si legge sulla circolare stessa:
“l’obbligo di identificazione previsto dal citato art. 109 Tulps può ritenersi assolto soltanto mediante la concreta verifica, in presenza, dell’identità personale dei clienti”.
Entro 24 ore dal check-in, anche se i dati sono stati già raccolti tramite le piattaforme di prenotazione, gli host devono comunicare alla questura le generalità dei loro ospiti, e comunicare il periodo di permanenza.
Check-in di persona

Attraverso l’introduzione dell’obbligo della verifica dei tratti somatici degli ospiti, si va a colpire direttamente il sistema delle keybox, che grazie ad un codice numerico che viene comunicato dal proprietario di casa, i turisti possono aprire per ritirare le chiavi. Con le keybox i turisti e i proprietari non si incontrano mai, e ai primi basta inserire i propri dati online per effettuare il check-in. D’ora in poi a cambiare, quindi, saranno diverse cose:
- addio per sempre alle keybox su portoni, edifici e inferriate;
- responsabilizzazione maggiore degli host;
- abolizione del check-in da remoto;
- vita più dura per i furbetti e gli abusivi.
A Roma le proteste contro le keybox non sono mancate, così come a Firenze e in altre città, e questa circolare incontra il favore di molti residenti. Inoltre, grazie alla presa di posizione di Airbnb a favore delle nuove iniziative del governo, l’intera situazione potrebbe cambiare radicalmente nei prossimi mesi.