Guatemala diario di viaggio

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Guatemala dritte, informazioni e consigli utili 

Martedì mattina ore 7, partiamo dall’agenzia Chincutik di S. Cristobal per Guatemala – Panajachel.

Siamo in 7 persone su un minibus, una coppia di israeliani, una coppia di ragazzi australiani, uno psicologo messicano che va a fare un corso in Guatemala e noi due.

Il viaggio sarà lungo ma è da subito piacevole, la giornata è bella e Hector (lo psicologo) è molto cordiale, dialoga con tutti, scherza, ci racconta di sè e traduce chi parla inglese; il tempo passa veloce.

Arriviamo alla frontiera, scendiamo, andiamo a piedi oltre il grande cartello che ti da il benvenuto in Messico, lo abbiamo alle spalle,  siamo in Guatemala.

Procedure di rito, fila davanti allo sportello per controllo passaporti , cambio dei pesos in quezales e poi si riparte  su un nuovo minibus.

Guatemala cosa vedere e luoghi da visitare

Alle cinque arriviamo al lago Atitlan a Panajachel, ci dirigiamo al molo per prendere la lancia (barca) per Jabailito, arriva la lancia pubblica, saliamo e in pochi minuti siamo in tanti pigiati sulla barca; è l’imbrunire sono quasi le sei ora parte.

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L’acqua ci schizza addosso, il timoniere ci copre con un nylon ma l’ acqua gocciola ovunque sulle le persone sbattute di qua e di là dalle onde e ovviamente siamo tutti bagnati ma, finalmente arriviamo alla meta.

Un uomo ci prende i bagagli e sale le scale verso l’ingresso dell‘hotel Casa del Mundo.

Il posto è stupendo, l’hotel è a picco sul lago, purtroppo è buio e non riusciamo a vedere gran che saliamo all’ingresso e la signora ci accoglie dicendoci che la cena e’ quasi pronta, ci mostra la nostra stanza sul terrazzo.

La sala da pranzo è illuminata con tante candele,  tutti insieme ci accomodiamo intorno all’unica lunga tavola  apparecchiata, la cena è semplice ma è molto piacevole condividere la serata con tante persone straniere, mi sento veramente cittadina del mondo.

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Ci addormentiamo cullati dal rumore scrosciante della pioggia intensa, con la tenda aperta e la vista delle luci sul lago, lo scenario è più che piacevole, siamo orgogliosi di essere arrivati qui.

Mercoledì ore 5,30 siamo in terrazza ad ammirare il vulcano di fronte a noi che piano piano si libera dalle nubi, qualche foto, una passeggiata per ispezionare il posto che scopriamo sempre più bello.

Decidiamo di andare a piedi a spasso nei dintorni  sino a Jabailito e Santa Cruz.

Mercoledì 13 agosto il viaggio da Panajachel a Chichicastenango è molto tranquillo, siamo soli in un minibus con l’autista che ci racconta della sua famiglia e dei suoi sette figli .

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L’Hotel Mayan Inn è il migliore in assoluto tra quelli che abbiamo visto e sicuramente molto inconsueto.

Le stanze non hanno chiave e udite udite, ogni stanza ha il suo  personale “Maggiordomo” che soddisfa ogni esigenza del cliente.

Vi assicuro che dopo una iniziale perplessità è molto bello sentirsi “importanti” anche se per poco tempo.

Riusciamo a fare un giro pomeridiano nella piazza dove cominciano i preparativi del grande mercato indigeno.

Purtroppo piove leggermente ma gli ambulanti, veramente numerosi, continuano a montare le bancarelle fatte di lunghi legni e di nylon.

L’indomani l’effetto è travolgente, davanti la chiesa brucia l’incenso, la piazza è coperta di stoffe, tappeti, borse, fiori, maschere, gioielli con una varietà e intensità di colori affascinanti; il mercato coinvolge tutti i passanti, sopratutto turisti, che al grido dei venditori “hei amigo/a” cominciano una trattative infinita all’ ultimo prezzo .

Ovviamente facciamo tanti acquisti e poi via verso Antigua.

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Venerdì  arriviamo ad Antigua  all”Hotel La Posadita accogliente e confortevole.

Visitiamo la Finca di caffè ora adibita in gran parte ad hotel.

Giardini immensi, una grande piscina e  grandi saloni ben arredati ne fanno un ambiente molto bello ed elegante.

Visitiamo poi l’hotel/ristorante Santo Domingo, ex monastero,  ci sono musei, antichità, bei giardini con pappagalli, un incantevole atmosfera coloniale , e un giretto all’interno è piacevole.

Sabato alle 6  pulmino per Vulcan Pacaya alto 2500 mt.

Arriviamo a circa 17oo mt , poi proseguiamo a piedi, saggiamente abbiamo indossato gli scarponi.

La salita è faticosa ma, man mano si presenta  la grande cima nera fumante il paesaggio ha una vera metamorfosi.

La nostra guida , ci conduce a vedere le fessure incandescenti, l’aria ondeggiante confonde le figure creando un atmosfera surreale, a meno di un metro sotto i nostri piedi scorre la lava.

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Per il ritorno la guida  propone una scorciatoia che , come dice lui, “è come sciare”.

I miei capelli bianchi fanno dubitare tutti sulle mie capacità, io li tranquillizzo e vado giù.

I piedi sprofondano nella grossa sabbia scura e dobbiamo veramente scivolare.

Verso le 12.30 rientriamo ad Antigua, pranzo eccezionale al Quezo y Vino per poi concederci un gelato al ristorante Panza Verde , locale elegante  e caratteristico.

Passeggiata serale dal Parque Central al grande arco attraverso le strade acciottolate di quadro (incrocio) in quadro.

All’hotel ci hanno raccomandato di non rientrare tardi per non rischiare brutti incontri, purtroppo in Guatemala abbiamo ricevuto molte raccomandazioni in questo senso

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Domenica 17 agosto, ore 4 parte il minibus, da Antigua a Guatemala dove prenderemo il bus.

Il pullman è molto spartano, senza aria condizionata, una sola portiera davanti ,che ad ognuna delle numerose fermate, il bigliettaio deve spingere con forza perchè si chiuda.

Alle ore 12 arriviamo a Rio Dulce, la lancia  è già al molo pronta a partire.

Il percorso è favoloso e la barca va velocemente sull’acqua costeggiando le rive del grande fiume, la vegetazione è  fitta, verdissima, le piante e le palme sono altissime e coperte di varie specie di uccelli, questa è selva.

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Dopo un’ ora e mezza circa arriviamo all’Hotel Finca Tatin.

Carlos ci mostra la nostra dimora, una palafitta di legno con tetto di paglia, le finestre e ogni fessura con zanzariera anche il letto è avvolto da zanzariera, siamo circondati da piante e fiori da un lato  e il fiume dall’altro.

L’atmosfera è un poco misteriosa e selvaggia, molto suggestiva.

Pomeriggio in cayac sul fiume, noi siamo impacciati con i remi, ma l’acqua è calma la giornata è bella, lo spettacolo della vegetazione e il silenzio che regna ci danno tanta serenità.

Facciamo il bagno insieme nel fiume e ci prepariamo per la cena.

Tutti intorno a un tavolone mangiamo il pollo appena cotto sul grande falò di  fianco al fiume.

Lunedì al mattino presto ci sediamo sul pontile ad osservare il fiume.

Carlos ci porta, con la sua barca, alle foci del fiume, a Livingston.

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Qui l’ambiente è molto diverso; sono tutti neri, capelli rasta,  con abiti e turbanti coloratissimi.

La spiaggia è lunga e stretta, le palme arrivano sino al mare, l’acqua è calma e calda e il paesaggio e quanto è nelle aspettative di chi giunge ai Caraibi.

Il bagno è d’obbligo, godiamo di questo luogo che unisce il fascino della giungla tropicale al mare caraibico.

Dopo aver mangiato un bel piatto di gamberi alla piastra torniamo soddisfatti alla Finca Tatin.

Al pomeriggio partiamo per un tour nella selva.

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La guida, Gerardo un ragazzo di 27 anni senza denti ma molto cordiale, ci accompagna attraverso sentieri in mezzo a questa vegetazione sino alla grotta del tigre per poi proseguire sino al villaggio indios.

Gerardo ci mostra orgoglioso la sua casa che è solo una povera capanna di canne e paglia con un piccolo fuoco , due amache per i bambini e un facsimile di letto per lui, il suolo è solo terra e non esistono né mobili né elettrodomestici.

A noi pare tutto incredibile ma la dignità e la serenità delle persone che abbiamo incontrato sino ad oggi ci fa pensare a valutare meglio le cose veramente importanti della vita.

Martedì ritorniamo in barca a Rio Dulce per proseguire in bus verso Tikal.

Il bus o meglio un carcassone che assomiglia ad un bus arriva alle 10 ed è già pieno con molta gente in piedi, saliamo e ci rendiamo subito conto che sarà un viaggio non proprio piacevole.

Sistemazione in hotel Jaguar Inn e poi via entriamo nell’area maya.

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Qui per arrivare ai templi percorriamo lunghi sentieri nel cuore  di una grande foresta tropicale; oltre alla meraviglia delle rovine osserviamo tanti piccoli e grandi animali come formiche giganti, cavallette mimetizzate sugli alberi, un colibrì sul suo piccolo nido,  le scimmie urlatrici  che si dondolano , un grande ragno peloso nero, vari insetti , misteriosi e sconosciuti  uccelli, tutto questo da a Tikal un particolare fascino.

Mercoledì alle 3 di notte  parte il tour.

E’ buio, con la pila in mano percorriamo il sentiero verso la centrale piazza maia, c’e un grande silenzio.

Arrivati al  tempio saliamo la scala di legno e ci sediamo sulla cima, sono le 5.3o, restiamo tutti seduti in silenzio ad aspettare l’alba.

Di fronte a noi la giungla ancora oscura avvolta da una  leggera nebbia  che lentamente si muove scoprendo le cime di altri templi maya, la luce pian piano aumenta cambiando i colori dello scenario   e finalmente compare all’orizzonte il grande cerchio dorato.

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Tutto sembra prendere vita, il silenzio lascia spazio ai suoni degli animali che si svegliano e si muovono, quelle che prima erano sagome adesso si definiscono  e la foresta appare in tutta la  sua bellezza.

Noi restiamo in silenzio ad ammirare la vita,  la natura che dal cielo alla terra ci travolge e non finirà mai di meravigliarci.

Al pomeriggio andiamo all’aeroporto a Flores.

Con un piccolo aereo, 28 posti, torniamo a Guatemala City  dove partirà il nostro volo di rientro.

N.B. Per leggere la prima parte del viaggio: VIAGGIO IN MESSICO E GUATEMALA.

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