Queste città stanno pensando di fermare le navi da crociera. Cosa sta succedendo nei porti europei?
Se immediatamente dopo la pandemia da covid 19 il problema erano i pochi turisti in circolazione, ora invece a preoccupare è l’overtourism, un fenomeno sentito sempre più come un problema e che sta inducendo alcuni porti europei a ripensare alle navi da crociera. Ecco cosa sta succedendo.

Il fenomeno dell’overtourism preoccupa sempre più le amministrazioni delle principali città europee sul mare. Negli ultimi tempi si sente spesso parlare di overtourism, il cosiddetto “sovraffollamento turistico”, un fenomeno che è stato definito dall’Organizzazione mondiale del turismo come “l’impatto del turismo su una destinazione, che influenza eccessivamente e in modo negativo la qualità della vita dei cittadini e la qualità delle esperienze dei visitatori”.
Se n’è parlato nelle scorse settimane per il caso delle Cinque Terre liguri, prese d’assalto durante Pasqua e i ponti di primavera, ma se ne parla da molto più tempo per Firenze e Venezia, i cui centri storici si stanno spopolando a favore di B&B e case vacanza da offrire a turisti mordi e fuggi. Ora è la volta delle navi da crociera, la cui massiccia presenza nei porti europei sta causando danni alla qualità di vita delle città interessate.
Quali sono le città che stanno pensando di fermare le navi da crociera

A fare da apripista è stata la città di Venezia che nel 2021 ha vietato alle navi da crociera di attraccare davanti a San Marco e lungo il canale della Giudecca, nel cuore del centro storico. Una decisione presa dopo che la Commissione nazionale italiana per l’UNESCO aveva inserito Venezia nei siti in pericolo e dopo l’incidente del 2019 che aveva coinvolto una nave da crociera, ferendo cinque persone.
Anche altre amministrazioni europee stanno seguendo l’esempio di Venezia o stanno pensando di farlo. Amsterdam, Barcellona, Bergen, Dubrovnik, Marsiglia e Santorini sono concordi nel vietare le navi da crociera, non solo per i danni ambientali, ma anche per la poca convenienza di farle attraccare nelle loro acque. Infatti, nonostante siano migliaia le persone che sbarcano in queste destinazioni, per le città non vi sarebbe un ritorno economico significativo. I passeggeri trovano già tutto a bordo: cibo, bevande, souvenir, vestiti e profumi disponibili nelle boutique delle navi.
Uno studio condotto a Bergen, una delle destinazioni più ambite della Norvegia grazie ai suoi fiordi, ha riportato che il 40% degli ospiti delle navi da crociera non scende mai e chi lo fa spende mediamente 23 euro in città. Il tempo di permanenza delle grandi navi nei porti europei è troppo ristretto per permettere ai viaggiatori di consumare pasti completi (come dicevamo, comunque già disponibili e pagati a bordo), fare shopping e visite guidate approfondite.
Di contro, secondo gli studi di Clia, la Cruise lines international association, che rappresenta le compagnie del settore, entro il 2025 il numero dei passeggeri delle navi da crociera in tutta Europa supererà il record raggiunto nel 2019, quando 53,3 milioni di persone acquistarono i biglietti. Sembra dunque che per la maggior parte dei sindaci delle città-tappa degli itinerari crocieristici il gioco non vale la candela.
La situazione nel resto del mondo
Anche fuori dal Vecchio Continente la strada intrapresa sembra essere quella di uno stop all’overtourism crocieristico. Ad esempio, Monterey Bay, in California, non desidera il ritorno dei giganti del mare e per impedirne l’arrivo il consiglio comunale ha dismesso i servizi di sbarco dei passeggeri. Anche Bar Harbor, nel Maine, ha deciso di porre drastici limiti. Dal 2024, solo 1.000 passeggeri e membri dell’equipaggio potranno attraccare al porto giornalmente.
Esclusa Venezia, che rappresenta l’unico caso italiano ad aver introdotto regole per impedire l’arrivo delle grandi navi, com’è la situazione negli altri porti italiani? Ebbene in diverse città italiane ci sono progetti per accoglierne di più, l’opposto di quanto sta accadendo ad Amsterdam, Barcellona, Bergen, Dubrovnik, Marsiglia e Santorini. E’ il caso di Fiumicino e Ancona.