Neapolis viva! Luoghi archeologici gratis a Napoli
Un walkingtour low-coast tra ruderi e scavi archeologici, passeggiando tra i vicoli di Napoli!

I visitatori che sbarcano nella mitica città della sirena, noteranno la “porosità” (W. Benjamin) nella convivenza di sacro ed aulico con il basso e profano. Un fattore che incide su Napoli vista come Neapolis della Campania Felix. Un dato che incide sulle bellezze e i luoghi che, avanzando nell’ urbs i viaggiatori possono ammirare come segni del suo passato. Tappa iniziatica del turista nel cuore di Napoli sarà il quartiere di Forcella.
Nei pressi del teatro Trianon sita circondata dal ferro il noto “cippo“, ovvero i resti delle mura greche in tufo giallo. Questo sito identificava il pomerio della antica città, che nonostante fosse stata allargata, permane questo emblema delle sue vicende greche.
A questo dato si allega anche la nota Y, simbolo grafico che identifica sia la biforcazione urbanistica del quartiere Forcella e quanto sia remota la sua origine.
Sulla via di San Gennaro
Proseguendo dritti il percorso si arriva su via Duomo, la strada che porta là dove risiede la devozione e il culto di San Gennaro. A pochi passi dal Duomo, il viaggiatore dovrà imboccare via San Carminiello ai Mannesi. Qui, tra mura e cancelli è custodito il rudere di un tempio pagano d’età tardo imperiale. Il sito è una sorpresa a dir poco tragicomica. Venuto alla luce dalla distruzione durante i bombardamenti anglo-americani, che colpirono la piccola chiesa dedicata alla Madonna del Carmine ai Mannesi, per intenderci i lavoratori del legno. Questo tempio è uno stabile di pietra, mattoni di tufo e cotto. Sono presenti solo le aree laterali dello stabile.
L’edificio nacque in conseguenza alla reazione antipagana (IV-V), esercitava quindi nelle stesse modalità in cui poco prima avevano fatto nelle catacombe varie sparpagliate nel sottosuolo stratificato di Napoli i cristiani. All’interno di essa veniva praticato la venerazione del dio Mitra, di cui sono rinvenuti pittografie e un affresco rappresentante il dio intento a sgozzare un toro. Unitamente sono presenti bassorilievi e decorazioni di stampo orientaleggianti, come la presenza di tonalità azzurre.
Mura Greche a Bellini

Salendo verso la via dei libri, Port’Alba il viaggiatore troverà piazza Bellini, a pochi dal conservatorio di San Pietro a Majella. Qui, il visitatore incapperà tra le pietre delle Mura Greche.
Rinvenute nel 54′, ci parlano della stratificazione urbana a cui è stata soggetta la città tra colonizzazioni e dominazioni. Interessante è notare come quelle mura siano di minerali estratti nell’area di Poggioreale. Queste mure greche avevano essenzialmente funzione difensiva e di approvigionamento delle falde acquifere interne alla Neapolis greca.
Il Corpo di Napoli
Proseguendo nel centro storico, sarà la toponomastica ad illuminare il viaggiatore, con riferimento al mondo egizio.
A chi passi dalla via dei presepi, San Gregorio Armeno, vi è il Corpo di Napoli. Questa statua risalente alla Napoli greco-romana del II-III sec d. C., identifica un sintomatico legame tra Napoli e l’antico Egitto.
Se la presenza egizia è vivissima nel culto dei morti e dell’aldilà, questa scultura rappresentante il dio Nilo con una Sfinge, stando alle ricerche archeologiche mostrerebbero una presenza egizia antecedente all’ arrivo greco (VIII a. C.).