Ecuador viaggio consigli

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Ecuador consigli di viaggio e informazioni utili

L’Ecuador è un paese molto piacevole ed interessante da visitare, dalla costa nord-occidentale dove vivono i “colorados”, discendenti degli schiavi africani sfuggiti alla deportazione nelle coltivazioni di cotone, alle popolazioni ancora semiprimitive dell’Amazzonia nell’est o le città andine e le etnie indie degli altipiani centrali.

Naturalmente bisogna tenere conto anche del “fattore G”, le stupende ed indescrivibili isole Galapagos, celebratissime dalla letteratura e dal cinema, così particolari, che anche scrivendo pagine e pagine non si riuscirebbe che a darne una pallida idea.

Disponendo di un periodo di tempo abbastanza limitato, come le tre settimane di ferie classiche, bisognerà sdoppiare il viaggio in due tempi, uno che comprenda la visita di questo arcipelago sperduto e meraviglioso e un altro completamente dedicato alla parte continentale, dove si potrà passare dal contatto emozionante con le balene sulla costa del Pacifico a Isla de la Plata o a Pedernales, all’esperienza di vivere almeno una giornata in una comunità indios autogestita o presso una tribù amazzonica nel pieno rispetto della natura.

Ecuador cose da vedere e luoghi da visitare

Il nostro primo viaggio in Ecuador ha così riguardato la zona degli altipiani andini, lungo la linea che va da Quito, la capitale, fino a Cuenca e Guayaquil sulla costa e naturalmente le isole Galàpagos, luogo unico al mondo, da cui sono partite le moderne concezioni evoluzionistiche elaborate da Charles Darwin nell’800.

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Sapevamo che sarebbe stato costoso e difficile arrivare là senza una prenotazione dall’Italia, visto che saremmo andati in un periodo di altissima stagione tra luglio ed agosto, ma la nostra avversione per le vacanze programmate accompagnata da una buona dose di ottimismo ci ha consigliato di provare ugualmente, sapendo però che saremmo dovuti scendere a patti con il nostro solito modo di viaggiare in completa autonomia.

Il volo effettuato con la compagnia ecuadoriana LAN, prevedeva uno stop over a Madrid di un intero pomeriggio ed abbiamo potuto visitare in questo modo il Palazzo Reale, il museo del Prado e fare un giro in centro.

Abbiamo poi proseguito senza problemi il volo fino a Guayaquil, la città più grande dell’Ecuador, dove abbiamo preso alloggio in pieno centro, a due passi dal Parque del Centenario, all’hotel Millenio (stanza semplice, ma pulita, tre letti condizionatore e TV per 15$ a notte).

Il livello di vita in questo paese è relativamente basso e se non si frequentano ristoranti e hotels di livello internazionale si spende molto poco, nonostante l’Ecuador abbia adottato il dollaro americano come valuta nazionale.

La città ci è sembrata subito accogliente anche se viene descritta dagli ecuadoriani stessi come invivibile e pericolosa.

Evidentemente è proprio vero che una volta presa, è difficile scrollarsi di dosso una cattiva nomea.

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Il lungo malecon fino a qualche anno fa teatro di aggressioni e rapine anche in pieno giorno, oggi completamente restaurato e reso sicuro da una discreta ma efficace presenza della polizia, è affollato a qualsiasi ora dalla gente a passeggio e specialmente la sera si anima con musica dal vivo e spettacoli in strada.

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Molto piacevole è la passeggiata nella zona del giardino botanico, dove camminando tra sentieri e ponticelli di legno ci si immerge nella vegetazione tipica delle varie zone del paese.

I bambini hanno a disposizione diverse strutture dove scivolare o arrampicarsi come nei migliori parchi giochi, mentre chioschi e carrettini vendono giocattoli e dolci tipici come le mele caramellate o le focacce di banane fritte.

Cosa mangiare in Ecuador cucina tipica

La cucina dell’Ecuador è una delle migliori del Sudamerica.

Ha ereditato molte pietanze giunte con i conquistadores spagnoli.

Infatti sono entrati a far parte dell’alimentazione degli ecuadoriani piatti a base di riso e di carne di manzo, di maiale, di pollo, che si sono affiancati a quelli tradizionali a base di patate, mais, patate americane, quinua, yuca, aji, banane, cocco e nelle zone costiere pesce e frutti di mare.

La costante presenza di cibi fritti è stata una caratteristica dei menù di questo viaggio.

Infatti i piatti tradizionali si basano specialmente sul maiale cucinato nell’olio bollente, dalla cotica croccante alla chuchugarra, una specialità che ricorda i nostri “ciccioli”, ma se possibile ancora più pesante.

Anche la classica porchetta o altri piatti a base di riso, anch’esso fritto, non fa ricordare la cucina dell’Ecuador tra i primi posti della dietetica.

Il primo impatto con il paese in questo senso, l’abbiamo avuto già a colazione.

Siamo andati in un localino vicino l’albergo dove già di prima mattina alcuni pentoloni emanavano effluvi di zuppa di pesce e “guatita”, una zuppa a base di trippa stracotta.

Abbiamo convinto con una certa difficoltà il gestore a servirci caffè, latte e biscotti, non riusciva proprio a capire il nostro strano modo di fare colazione.

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Durante i giorni trascorsi a Guayaquil abbiamo visitato il Parque Historico dove vivono in semilibertà alcune specie di animali locali, dai pappagalli al bradipo, fino all’arpìa, una specie di aquila e dove sono coltivate molte piante esemplari della vegetazione locale.

E’ un luogo piacevole per passare un pomeriggio e per avere un’idea della fauna e della flora equatoriale.

Una sera siamo saliti al Cerro de S. Ana, una collinetta nord del centro, sormontata da un faro da dove si gode una magnifica vista della città e della sua baia.

Tutte le abitazioni, completamente ristrutturate, ospitano locali dove viene suonata musica dal vivo e dove si può mangiare o bere una birra.

Questo quartiere, una volta in mano alla malavita locale tanto che non vi si poteva entrare, è stato così restituito alla città ed è ora molto frequentato dagli abitanti di Guayaquil per la classica passeggiata serale.

Un altro punto caratteristico di questa città è il Parque Bolivares, in pieno centro, chiamato parco de las Iguanas proprio perché è diventato la dimora di una folta colonia di iguane che vivono placidamente tra le aiuole e le panchine piene di visitatori o sono appollaiate sui rami degli alberi sopra le teste delle persone sedute sulle panchine.

Questi grossi rettili vivono così indisturbati a due passi dalla Cattedrale e dai bei viali liberty dove si svolge la vita cittadina.

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Nel frattempo ci siamo dati daffare per poter andare alle Galapagos.

Per primo ci siamo rivolti all’agenzia Galasam, molto nota e giudicata positivamente dalla guida Lonely Planet, ma l’atteggiamento da imbonitore dell’impiegato addetto alle prenotazioni, che voleva farci credere di aver trovato proprio gli ultimi tre posti in barca (naturalmente a prezzo pieno…), ci ha consigliato di rivolgersi ad altri.

Naturalmente avevamo ragione. La Dreamkapture, abbastanza difficile da trovare, perché rimane nella zona periferica di Alborada e non ha insegna, ma solo un grande murales coloratissimo, ha fatto al caso nostro.

La maniera migliore per visitare queste isole è quella di prenotare un giro di una settimana, durante la quale si toccano le isole principali e si riescono a vedere bene tutti gli animali tipici, dalle testuggini giganti alle iguane marine, dalle sule e alle fregate e si possono fare bagni e snorkelling in un’acqua splendida letteralmente insieme ai leoni marini, branchi di pesci colorati, mante e squali, fortunatamente vegetariani, a dire dei marinai locali.

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Per andare fino a quelle più lontane sono invece necessari più giorni di permanenza su navi più grandi, ma se non si hanno specifici interessi nel campo dell’etologia, il giro classico riesce a mostrare molto bene le peculiarità del luogo.

Le Galàpagos non sono certamente economiche da visitare, a cominciare dal volo (durata due ore 322,00 dollari a testa), alla tassa d’ingresso (100 dollari a testa, 50 per i bambini) e al costo del soggiorno in barca che parte dai 450 dollari e arriva… all’infinito!

Se si ha l’opportunità di andare in un periodo diverso dall’alta stagione, è possibile anche arrivare a Santa Cruz, godersi qualche giorno di tranquillità isolana cercando sul molo di contrattare direttamente con i capitani delle barche il prezzo dei posti liberi. Si potrà così risparmiare ancora un po’ e rendere il proprio viaggio maggiormente autonomo.

Precauzioni

Scegliere la barca giusta è quindi importante, oltre al costo bisogna tenere conto che si dovrà vivere in ambienti ristretti a contatto con gli altri viaggiatori e l’equipaggio, quindi fattori come la privacy e la pulizia vanno tenuti in considerazione.

Un altro fattore importante è il vitto, sia per la qualità che per la quantità, perché durante la crociera non si potrà certamente fare la spesa, visto che le isole sono quasi tutte riserve naturali e disabitate.

Sarà bene comprare qualche genere di conforto prima della partenza, tenendo conto che tè, caffè e acqua sono sempre a disposizione e gratis durante la navigazione.

Le cabine, almeno nelle barche più piccole, sono tutte a due posti, quindi se si viaggia soli o in numero dispari, si dovrà dividere la propria con uno sconosciuto.

Ma c’è ancora una cosa importante il mal di mare.

Anche se non se ne soffre, è bene portare con se una scatola di xamamina, perché una intera settimana di dondolio mette a dura prova anche il lupo di mare più “scafato”.

Questi che ho elencato, sembrano tutti punti sfavorevoli, ma nella realtà la vita di bordo è piacevole e dopo poco si è portati naturalmente a fraternizzare con i compagni di viaggio.

Auguro Buon Viaggio a voi tutti.

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