Rivoluzione Airbnb, non più solo case: anche esperienze autentiche

Autore:
Raffaele Di Ciano
  • Laurea in Belle Arti
Tempo di lettura: 4 minuti

Sta per partire la rivoluzione Airbnb, che promette di offrire ai suoi utenti non più solamente case e alloggi dove trascorrere le vacanze, ma anche esperienze autentiche e di altissima qualità. Così facendo Brian Chesky, il fondatore del marchio, vuole allargare ancora di più il raggio d’azione di Airbnb, e arrivare in modo ancora più capillare sui territori di tutta Europa.

Airbnb
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Airbnb è la piattaforma più famosa in assoluto nel campo degli affitti brevi a scopo turistico. Grazie alla geniale idea di Brian Chesky, le case dei privati si sono aperte ai turisti di tutto il mondo, e hanno dato il via ad una vera e propria concorrenza ad hotel e altre forme di ricettività turistica.

In pochissimi anni il boom è stato a dir poco enorme, e come spesso accade, insieme alla gloria sono arrivate anche le critiche. Il motivo scatenante principale è l’overtourism, e il progressivo spopolamento di popolazione residente dai centri delle città più gettonate dai turisti, in favore degli Airbnb.

Il punto di vista dei residenti è più che chiaro, ma Brian Chesky ci tiene a specificare che Airbnb non è la radice del problema, ma vuole essere parte della sua risoluzione. Vuole farlo, nello specifico, allargando ancora di più il suo raggio d’azione e offrendo ai suoi utenti non solo alloggi dove andare in vacanza, ma anche esperienze autentiche e di alta qualità. I numeri, a detta sua, non raffigurano Airbnb come la causa dell’overtourism, ma come una fonte di destagionalizzazione e decentrazione del fenomeno.

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Rivoluzione Airbnb

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La rivoluzione di Airbnb è alle porte: il colosso degli affitti brevi vuole aprire le sue porte al turismo esperienziale. Già dalle ultime pubblicità si capisce la direzione in cui si sta muovendo il marchio, e la decisione di integrare una sezione dedicata alle esperienze accresce ancora di più il mood. Brian Chesky, in un’intervista a Panorama, spiega che:

“Airbnb è sempre stato qualcosa di più. La sua essenza è, sin dall’inizio, mettere in connessione le persone. Il loro valore principale non sono le case, ma il tempo. Le esperienze costruiscono memorie, quelle che ci portiamo dentro. Credo potranno attrarre un pubblico più vasto”.

I partner selezionati dovranno dimostrare di essere più che validi, e su Airbnb si potranno prenotare, oltre ai classici alloggi, anche:

  • cene ed esperienze enogastronomiche;
  • massaggi, parrucchieri ed esperienze relax e wellness;
  • cooking class e workshop artigianali;
  • tour guidati;
  • escursioni nella natura.

Il problema dell’overtourism

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Il problema dell’overtourism però, non si deve né ignorare né sottovalutare. Recente e di grande risonanza è stato il caso della Spagna, che ha bloccato più di 65.000 annunci ritenuti irregolari sulla piattaforma. Allo stesso modo però, anche in Italia i centri storici iniziano a chiudere le loro porte agli affitti brevi. Il motivo sta principalmente nella riduzione dello stock immobiliare a disposizione dei residenti, ma anche nella necessità di restituire i quartieri alla loro autenticità originale che, per forza di cose, si perde progressivamente all’aumentare dei turisti.

Dal canto suo però, Chesky, si difende affermando che, prendendo ad esempio l’Italia, per ciascuna persona che soggiorna in un Airbnb, ce ne sono 9 negli hotel, e che la metà del business non si trova nelle grandi città, catalizzatrici di overtourism e critiche al sistema, ma bensì nei piccoli centri.

In occasione di grandi eventi, come le Olimpiadi di Milano Cortina 2026, Chesky sostiene che Airbnb rappresenti una soluzione economica ai costi elevatissimi degli hotel, e una possibilità di alloggio dove non ne esistono.

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