Cosa vedere e cosa fare a Tindari, piccola perla siciliana famosa per il Santuario della Madonna Nera

Autore:
Sara Perazzo
  • Dott. Storia Medioevale

Un luogo sospeso tra vacanze spensierate su magnifiche spiagge e profonda religiosità. Due anime che convivono assieme per rendere davvero uniche le atmosfere di questo villaggio, situato in una delle zone più belle della Sicilia settentrionale. In questa guida andremo a scoprire cosa vedere a Tindari, frazione del comune di Patti. 


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Visitare Tindari: guida turistica

Tindari è una piccola frazione di Patti, comune italiano in provincia di Messina. Questo centro è conosciuto per la presenza del suo Santuario che sporge su un promontorio costiero, a 268 metri a picco sul mare, circondato dalla sottostante Riserva naturale dei laghetti di Marinello.

Qui natura e mare si fondono e si uniscono alla profonda religiosità del luogo, rendendo le vacanze un perfetto mix tra sport, bagni, cultura, sacro e profano. Una curiosità: il nome Tindari deriva dal greco Tyndarìs e fa riferimento al re spartano Tindaro, personaggio della mitologia greca.

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Tindari: la storia

La storia di Tindari è legata per lo più alla presenza del suo Santuario. La fondazione dell’insediamento avvenne nel 396 a.C. a opera del tiranno di Siracusa, Dionisio I, che volle insediare qui una colonia per i mercenari siracusani che avevano preso parte alla guerra contro Cartagine. Tindari divenne una base navale cartaginese durante la Prima guerra punica.

Nel 257 a.C., nel mare antistante, si combatté la famosa battaglia di Tindari, che vide la rovinosa ritirata della flotta cartaginese a opera di quella romana, guidata dal console Aulo Atilio Calatino. Tindari fu poi colonia romana, descritta da Cicerone come “nobilissima civitas“. Fu territorio bizantino tra il 535 e l’836, quando passò nelle mani dei Saraceni che la distrussero.

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Tindari: attrazioni e luoghi di interesse

Tindari è una delle località più belle della Sicilia nord-orientale e un soggiorno qui vi porterà a vivere un viaggio tra storia, mare, miti, religione e archeologia. Il tutto con una magnifica vista sul golfo di Patti da un lato e sull’ampia baia che termina con la punta di Milazzo dall’altro. Alle spalle si aprono i monti Nebrodi e i Peloritani a fare da sfondo.

Dopo questa rapida introduzione, ora è giunto il momento di scoprire cosa fare e cosa vedere a Tindari, le attrazioni e i luoghi di interesse da non perdere per nessun motivo.

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Santuario della Madonna Nera – Tindari

Il Santuario della Madonna Nera si trova alla sommità del colle omonimo, sull’area un tempo occupata dal castello di Tindari, di cui rimangono ancora alcuni elementi strutturali. Questo luogo di culto ha una lunghissima e travagliata storia che risale all’epoca romana, quando una piccola chiesa fu eretta nell’area dell’acropoli. L’aspetto attuale del Santuario risale alla metà del Novecento quando si mise mano al preesistente Santuario antico.

Gli interni dell’edificio sono riccamente decorati e affrescati con accesi colori e qui si conserva la statua bizantina della Madonna Nera, ritenuta miracolosa. Secondo la tradizione, la statua lignea della Madonna nera di Tindari, proviene dall’Oriente e arrivò in questo angolo della Sicilia durante le persecuzioni iconoclaste dell’VIII-IX secolo, a bordo di una nave che, per evitare una tempesta, fece scalo ai laghetti di Marinello. La devozione alla Madonna Nera di Tindari è tra le più antiche devozioni mariane in Sicilia.

La base della statua reca la scritta del Cantico dei Cantici “Nigra sum sed formosa“, ovvero “sono nera ma bella”. La festa della Madonna di Tindari si svolge ogni anno l’8 settembre, momento in cui avviene la processione con la statua portata dai fedeli.

Santuario della Madonna Nera di Tindari
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Area archeologica – Tindari

Accanto al Santuario si trova l’area archeologica di Tindari che conserva i resti delle strutture di fondazione dell’insediamento, cioè quando Dionisio I, tiranno di Siracusa, istituì qui una colonia nel 396 a. C. circa. Si possono ammirare le mura cittadine, le cui rovine sono però il risultato di una ricostruzione avvenuta nel III secolo a.C.

Ben conservato è l’isolato romano, che presenta una struttura completa con i due decumani scavati e due strade secondarie. I resti degli edifici sono disposti su terrazze a diversi livelli. Tra questi figurano sei tabernae e due domus (la casa B e la casa C), entrambe risalenti al I secolo a.C. Infine, abbiamo le rovine della cosiddetta “Basilica“, edificio a due piani del IV secolo che introduceva nell’agorà.


Area archeologica - Tindari
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Il teatro greco – Tindari

Tra le rovine dell’area archeologica di Tindari vi sono anche quelle, ben conservate, del teatro greco. Fu realizzato alla fine del IV secolo a.C. e, durante l’epoca romana, venne adattato al gusto del tempo con nuove decorazioni. Come tutti i teatri greci, presenta le gradinate con sedili appoggiate ai pendii della collina.

Si stima che potesse contenere circa 3000 persone. In età romana la struttura fu anche modificata per rendere possibile lo svolgimento dei giochi, ad esempio trasformando l’orchestra in un’arena. Oggi il teatro greco di Tindari viene utilizzato per importanti concerti ed eventi culturali come il Festival del teatro dei due mari.

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Area naturale di Marinello – Tindari

Ai piedi del promontorio su cui si erge il Santuario di Tindari troviamo l’Area naturale di Marinello, una vasta zona sabbiosa, caratterizzata dalla presenza di diversi laghetti salmastri. La forma dei sei piccoli specchi d’acqua non è stabile, ma cambia a seconda dei movimenti della sabbia e delle mareggiate.

Secondo una leggenda questa spiaggia si sarebbe formata dopo la caduta di una bimba dalla terrazza del Santuario. La bambina si salvò perché il mare si ritirò, formando la spiaggia, in modo da attutire la caduta del suo corpo sulla morbida sabbia.

Secondo un’altra leggenda, una grotta della spiaggia di Marinello era abitata da una strega che era solita attirare i naviganti all’interno dell’antro per poi divorarli. Si dice che, quando un marinaio rinunciava a raggiungere la grotta, la strega sfogasse la sua rabbia raschiando con le unghie le pareti, i cui segni sono ancora oggi visibili nella roccia.

Area naturale di Marinello Tindari
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Escursioni a Tindari: il sentiero Coda di Volpe

La riserva di Marinello è collegata all’area sacra e al parco archeologico di Tindari grazie al sentiero di Coda di Volpe, che viene utilizzato anche come via per il pellegrinaggio mariano. Il sentiero permette di immergersi tra uliveti e attraversare la tipica macchia mediterranea, che si apre con magnifici panorami sul Golfo di Patti, sulle antistanti Isole Eolie, sui monti Peloritani, sulla penisola di Milazzo e sul complesso lagunare di Marinello.

Il sentiero Coda di Volpe inizia a valle dove si trovano le strutture ricettive di Marinello. Dopo aver superato il sottopasso della ferrovia Messina-Palermo e le carreggiate dell’Autostrada A20, il sentiero continua con il percorso interamente staccionato e in parte pavimentato. IIl sentiero prevede vari saliscendi e in circa due ore si giunge alle spalle del Santuario di Tindari.

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Tindari immagini e foto