Dracula a Napoli, verità o menzogna?
Sita nel chiostro di Santa Maria la Nova, la presunta tomba presenta una lapide con l’effige della casata aristocratica di Dracula, il dragone.
Napoli Horror

Le leggende e il folklore di Napoli non finiscono mai. Soprattutto ad alimentare altre ipotesi e vicende alternative. Nonostante le varie figure dell’ immaginario napoletano (e campano) come la Janara, la Bella ‘Mbriana e il Munaciello parevano poche, allora si è cercato tra le maglie della storia.
Pare che ai napoletani e ai turisti non bastavano nemmeno quelle terribili e macabri poste nei “cunti “, le storie orali sui personaggi storici napoletani del passato, come gli omicidi del “Malizia” Carafa, oppure le agitate forche di don Ferrante e di re Nasone.
Ad alimentare questo trend, sono intervenuti anche quelli provenienti d’oltralpe.
Se l’amore 800esco dei britannici per l’Italia ha coinvolto anche Napoli, questo furore ha avuto esiti positivi come l’incipit del Frankenstein di Mary Shelley.
Eppure, a questo fa eco anche il romanzo sul vampiro nato dall’indigestione di Bram Stoker, Dracula.
Dracula a Napoli?

Nell’ultimo decennio, infatti, a farla da protagonista è una tomba in particolare, situata presso il chiostro minore della chiesa di Santa Maria La Nova, a Napoli. Questa lapide di marmo carrarese presenta dei fregi che hanno man mano spinto ad alcune considerazioni, come la possibilità che quella sia la tomba di Vlad III l’impalatore, divenuto grazie alla transcodificazione letteraria Dracula.
Tale ipotesi è stata avallata dai ricercatori dell’università di Tallinn, Estonia.
Secondo tale studio postulato, la tomba presenta dettagli decorativi, in particolare due punti, come l’emblema della casa Dragulia, il dragone e alcuni caratteri egizi che formerebbero il nome. Stando a tale ipotesi sarebbe stata la figlia di Vlad-Dracula a portare i resti a Napoli, data l’accoglienza degli aragonesi ai popoli minacciati dall’ avanzata ottomana.
A testimonianza di ciò, si pensi all’accoglienza resa agli intellettuali greco-bizantini, ospitati nel complesso di San Gregorio Armeno, nella attuale via dei presepi.
Un falso storico che alimenta la leggenda

Tale possibilità sarebbe entusiasmante se non venissero dal loro canto le testimonianze e le fonti che la storia ha lasciato. Infatti, subitamente è arrivata la controparte accademica a fare luce. In primis, l’emblema del dragone è il segno araldico dei Ferrillo, di cui Mazzeo fu grande protagonista alla corte di re Ferrante d’Aragona. A ciò si allega il fatto che sia stato certificata la presenza di solo eredi maschi per Vlad III l’impalatore.
Info utili
Il complesso di Santa Maria La Nova, sita nel centro storico di Napoli, in piazza Santa Maria La Nova. Il sito dista a pochi passi da piazza Giovanni Bovio, vicino la linea 1 della metropolitana di Napoli.
Ad oggi, il sito ha solo un’identità storico-culturale, come certificano le bellezze artistiche che forgiano il suo chiostro. Ai viaggiatori amanti del dark e delle atmosfere noir consigliamo anche di fare una capatina nelle altre mete horror partenopee dele, come il Museo delle Torture, la chiesa di Santa Luciella oppure la Chiesa di Santa del Purgatorio ad Arco.