Gli hotel contro Booking: parte la battaglia legale

Autore:
Raffaele Di Ciano
  • Laurea in Belle Arti
Tempo di lettura: 5 minuti

Parte ufficialmente la class action degli hotel contro Booking, e si dà inizio ad una battaglia legale in cui gli albergatori chiedono un risarcimento del 30% delle commissioni pagate al sito di comparazione. Queste, infatti, sono considerate fuori legge da una sentenza della Corte di giustizia europea dello scorso settembre. Ecco cosa sta succedendo.

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Booking
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Prima di Booking, chiunque volesse cercare un hotel per le proprie vacanze doveva scandagliare la rete alla ricerca della struttura migliore, comparando prezzi, condizioni e servizi. Grazie alla piattaforma Ota invece, gli utenti finali trovano in un unico spazio virtuale tutti gli hotel e gli alloggi disponibili per il periodo da loro indicato e secondo i filtri che si sceglie di impostare. Un vantaggio non da poco. Allo stesso modo, anche gli hotel hanno beneficiato della vetrina di Booking, ricevendo visibilità e nuovi clienti.

Un meccanismo che ai suoi albori era semplice e trasparente, si è trasformato però con il tempo in una sorta di gabbia, fatta di vincoli e clausole contrattuali rigide.

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La situazione si è inasprita a tal punto che Federalberghi e Hotrec, l’associazione europea dell’ospitalità, insieme alle altre associazioni di settore di 25 Paesi, hanno deciso di intraprendere un’azione legale collettiva e portare Booking davanti ad un giudice.

L’obiettivo è ottenere un risarcimento del 30% sulle commissioni pagate alla piattaforma, giudicate fuori legge da una sentenza della Corte di giustizia europea.

Gli hotel contro Booking

Hotel
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Alla base della class action che vede gli hotel schierarsi contro Booking, c’è una sentenza della Corte di giustizia europea che lo scorso settembre ha dichiarato fuori legge le clausole di parità tariffaria imposte dalla piattaforma. Queste, di fatto, impedivano agli hotel di vendere le camere a prezzi inferiori rispetto a quelli presenti su Booking. Parallelamente, queste clausole hanno ridotto drasticamente le vendite dirette sui siti delle singole strutture e alzato di parecchio il conto da versare alla piattaforma a fine mese. Gli albergatori, saturi di ciò, hanno deciso di intentare una causa legale per ottenere un risarcimento del 30% (più interessi) delle commissioni pagate dal 2004 al 2024.

Da parte sua, Booking non sembra spaventato dall’azione degli albergatori, e afferma che il pronunciamento della Corte di giustizia europea non apre la strada a richieste come quelle avanzate in questi giorni. Secondo Alessandro Nucara, Direttore Generale di Federalberghi, invece:

“La sentenza della Corte europea, che è arrivata anch’essa su segnalazione degli albergatori, ha chiarito un principio base: le clausole erano scorrette. La possibilità di successo è alta e per gli albergatori non ci sono costi, occorre solo produrre le fatture relative ai pagamenti fatti”.

I tasti dolenti

Hotel
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Il rapporto tra gli hotel e Booking è decisamente controverso: da un lato la piattaforma è effettivamente utile, ma dall’altro i costi di gestione risultano davvero altissimi:

  • 32.000 alberghi si trovano sulla piattaforma;
  • il 40% del giro di affari degli hotel arriva da Booking;
  • la commissione minima da pagare è del 18%;
  • la commissione media in Italia si attesta tra il 25% e il 30%.

Altro tasto dolente, per gli albergatori, sono gli affitti brevi. Con l’introduzione del CIN le cose sembrano essere migliorate, e quanto meno attualmente è possibile creare una mappatura delle strutture (sia geograficamente che numericamente) e aumentare la qualità della ricettività, per portarla al livello del Made in Italy migliore.

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Azioni come quella della Spagna contro gli Airbnb abusivi però, sono ormai all’ordine del giorno e anche in Italia si chiede più chiarezza e trasparenza. Non resta che vedere come si evolveranno le cose.

Gli hotel contro Booking, parte la battaglia legale: foto e immagini