Overtourism in Giappone: limitazioni in arrivo anche a Gion

Autore:
Valentina Bumbaca
  • Laurea in Editoria e Scrittura
Tempo di lettura: 4 minuti

Da un estremo all’altro. Non c’è altro modo per definire la situazione del Giappone a livello turistico dall’immediato post pandemia ad oggi. Questa esplosione di turismo sta sicuramente rimpolpando le casse del settore turistico, ma dall’altra parte sta mettendo fortemente sotto stress il Paese.

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Giappone
Photo by kimura2 – Pixabay

Il Giappone, infatti, è stato tra gli ultimi paesi a riaprire al turismo internazionale dopo la triste parentesi del Covid 19; quando quasi tutto il mondo riaprì le frontiere, un pò per alleviare lo stress del lockdown un pò per far riprendere un’economia molto debilitata, il paese del Sol Levante permise solo da giugno 2022 il ritorno dei turisti.

All’inizio molto cautamente e con limitazioni forti, come ad esempio la possibilità di turismo internazionale solo attraverso pacchetti viaggio comprensivi di guida turistica, poi ad agosto 2022 passando ancora obbligatoriamente per agenzie di viaggio e tour operator ma senza guida; infine, ad ottobre dello stesso anno, il governo nipponico riaprì definitivamente le porte del Paese.

Se questa risultò senza dubbi una buona notizia per l’hospitality e l’industria turistica del Paese, ora che tutte le previsioni di ripresa sono state largamente superate,  i numeri stanno mettendo mettendo sotto stress i giapponesi.

2023, un anno da record

Giappone
Photo by MasashiWakui – Pixabay

L’Organizzazione Nazionale Giapponese per il Turismo (Jnto) ha reso noto che nel mese di settembre 2023 il Giappone ha registrato oltre 2 milioni di visitatori internazionali per il quarto mese consecutivo. Ma è stato ottobre il vero mese record con la presenza di ben 2 milioni e 520mila visitatori, una cifra incredibile che ha superato tutti gli ottimi dati pre Covid, con una percentuale del 100,8% rispetto allo stesso mese del 2019.

Se questi dati sono ottimi e confortanti per la ripresa dell’economia giapponese, dall’altra stanno creando un forte stress negli abitanti del Giappone, tanto che il ministro del Turismo del Paese ha annunciato una serie di misure per combattere i problemi che l’overtourism sta portando, come ad esempio il potenziamento dei sistemi di trasporto delle mete più gettonate, l’incoraggiamento ai visitatori di scoprire destinazioni meno turistiche, ma soprattutto la contingentazione di alcune attrazioni.

Dopo il Monte Fuji, anche Gion sarà limitata ai turisti

Una delle misure già ampiamente annunciate è la tassa che verrà imposta ai viaggiatori che vorranno affrontare la salita sul monte Fuji, nel tentativo di limitare il numero di persone. La tassa sarà imposta per accedere al sentiero più battuto tra quelli che portano in cima per cercare di arginare una situazione che si sta sempre più aggravando ovvero quella dei rifiuti abbandonati, ma anche quella pronosticata a proposito dell’eccessiva pressione sui servizi igienici.

La seconda misura annunciata negli ultimi giorni riguarda Kyoto, in particolare l’antico quartiere di Gion.

Infatti da aprile a Gion si potrà passeggiare solo per la via principale, con il divieto tassativo di entrare nelle stradine private.

Questo perché la situazione a Kyoto, insostenibile già da tempo, non ha fatto che aggravarsi con l’aumento vertiginoso dei turisti. Gion, infatti, è l’antico quartiere delle geishe e delle case da tè, dove a tutt’oggi si possono incontrare (se siete fortunati) le maiko ovvero le apprendiste geishe. La bellezza e la particolarità di queste donne le rendono un fenomeno talmente esotico nell’immaginario popolare da essere praticamente braccate dai turisti come fossero animali selvatici in un safari.

Il tutto nonostante nelle stradine di Gion ci siano cartelli che avvertono di mantenere le distanze e non toccare i loro costosissimi kimono.

Una situazione non più tollerabile per la rispettosissima cultura giapponese.

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