A Los Angeles il primo museo dell’intelligenza artificiale: come sarà
Sta per arrivare a LA il primo museo dell’intelligenza artificiale, in cui le opere d’arte saranno create unicamente con algoritmi. In questo spazio unico al mondo, in cui arte e tecnologia si fondono in una cosa sola, l’obiettivo finale è quello di promuovere pratiche sostenibili nell’utilizzo dell’IA. Ecco come sarà Dataland, il primo museo al mondo interamente dedicato all’intelligenza artificiale.
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L’intelligenza artificiale è entrata a far parte della vita quotidiana di tutti, e presto entrerà a far parte anche della sfera artistica, con uno spazio museale interamente dedicato ad opere d’arte create solamente con algoritmi. Come tutto quello che riguarda l’IA, anche questo museo, chiamato Dataland, fa già discutere.
Dataland sorgerà nel cuore di Los Angeles Downtown, all’interno di The Grand LA, ed unirà al suo interno arte, tecnologia, musica e architettura, per creare uno spazio mai visto prima, in cui esplorare le mille sfaccettature dell’intelligenza artificiale e in cui imparare come utilizzarla in modo etico e sostenibile. Ecco cosa si sa, finora, di Dataland, della sua apertura e della sua conformazione.
Il primo museo dell’intelligenza artificiale

Ad ideare uno spazio museale che unisse tecnologia e arte è Refik Anadol, un artista tra i primi a sfruttare l’intelligenza artificiale nel mondo artistico. Il suo progetto prevede un museo che non si limita a sale che si susseguono e opere che si alternano, ma va ben oltre, includendo persino l’edificio in cui sorgerà Dataland tra le opere.
Dataland, infatti, si troverà all’interno del complesso architettonico The Grand LA, situato nel cuore di Downtown Los Angeles. Si tratta di un ambiente in cui convivono edifici residenziali, spazi commerciali, strutture ricettive e aree pubbliche e che si trova a breve distanza dal Museum of Contemporary Art, dal Broad e dal Walt Disney Concert Hall. Il museo, nei suoi più di 1.800 mq di superficie, permetterà di ammirare installazioni di grandi dimensioni pensate per essere immersive e offrire allo spettatore un’esperienza totalizzante. Come anticipato, anche l’edificio sarà parte dell’opera, e sarà dotato di:
- sensori per captare la presenza del pubblico,
- reti di proiezione ad altissima risoluzione,
- infrastrutture digitali che permettono alle opere di rispondere agli stimoli esterni e alle interazioni dei visitatori,
- sistemi computazionali integrati che lo renderanno vivo e attivo;
- tecnologie in grado di diffondere odori creati da algoritmi, basati su molecole aromatiche.
Etica e sostenibilità

L’apertura di Dataland, secondo quanto annunciato lo scorso anno, dovrebbe avvenire entro la fine del 2025. Al centro di Dataland ci saranno opere create con data painting e data sculpture, ossia con algoritmi in grado di generare paesaggi visivi e immagini mutevoli, in movimento, da una enorme quantità di dati e informazioni. La particolarità che nessuno si aspetta, è l’aspetto etico delle opere, che saranno realizzate utilizzando energie rinnovabili e fonti dati trasparenti e legali. In particolare, l’elettricità sarà fornita da un parco in Oregon e i dataset utilizzati saranno open-source.
Le prime esposizioni in programma avranno come tema principale la natura, e rappresenteranno flora e fauna in un modo nuovo e mai visto prima. Infine, a Dataland si troverà anche una piattaforma di ricerca e formazione, che permetterà ai visitatori e al pubblico di esplorare gli archivi digitali e di interagire con la Living Encyclopedia. Insomma, Dataland sarà una vera novità ma, d’altronde, c’era da aspettarselo che l’IA sarebbe arrivata anche all’arte. In fin dei conti, è già utilizzata in ogni campo della vita quotidiana: dalle app per il turismo all’organizzazione di viaggi, dalla medicina al fitness.